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AUTOGUARIGIONE: LA FORZA INTERIORE

Foto di Adina Voicu da Pixabay

 

Una delle meraviglie più affascinanti della vita è secondo me quanto essa sia strabordante e intensa. Eppure, nonostante sia il nostro motore imprescindibile, la diamo per scontata e non ci accorgiamo di lei: la nostra forza interiore.

Osserviamoci! Scrutiamo noi stessi e rendiamoci conto di quanto sia travolgente davvero questa vita da cui spesso, specie nei momenti difficili, perdiamo il contatto guardandola con distacco.


C’è questo rapporto curioso tra noi e il nostro corpo per cui anziché viverlo come parte integrante, necessaria, imprescindibile di noi stessi, fosse un accessorio da manutenere. Talvolta ci dona anche qualche divertente piacere, ma in fondo è per lo più un impegno accessorio da dover nutrire, pulire, agghindare, che sembra ci distragga concentrati come siamo nel nostro fare, lavorare, produrre, relazionarci.


Ma proviamo a fermarci a pensare. Anche a quella che potrebbe sembrarci una banalità: non è straordinaria l’autoguarigione del nostro corpo? Quanta vita c’è lì dentro!

Se ci facciamo un graffio, prendiamo una botta, addirittura se ci rompiamo un osso, ecco che, senza averne la minima coscienza, si attivano tutta una serie di processi che rimetteranno a posto quella ferita, quel trauma. Ma non è meraviglioso?


Soprattutto se pensiamo che nella maggior parte dei casi questo avviene nonostante noi.

Sì, dico nonostante perché diamo la cosa talmente per scontata che dalla fretta di essere immediatamente “a posto”, come se nulla fosse successo, ci spazientiamo e vogliamo tornare a fare tutto come prima, come se nulla fosse successo.

Come se la ferita, la botta, la frattura fossero di qualcun altro.

E in questo fremere ci perdiamo l’insegnamento più grande che possiamo ricavare: il tempo di elaborare coscientemente il nostro trauma. Capire il perché è avvenuto, capire da cosa magari ci ha protetto e che poteva essere decisamente più grave.

Oppure anche intuire che stiamo vivendo un periodo talmente alienante e annebbiato che uno schiaffo fisico che ci facesse rinsavire era proprio necessario.


Pertanto il tempo che il nostro meraviglioso corpo ci mette a curare se stesso (e quindi noi stessi) è direttamente proporzionale a quello che ci serve per capire qual’è il messaggio che abbiamo bisogno di intuire. Qual’è l’azione, la direzione che i nostri desideri e le nostre scelte hanno la necessità di prendere.


Quello che ci fa sentire fiacchi, distanti, distratti e che ci porta a dormire poco o male, che ci indebolisce e ci fa ammalare, ecco, la causa di tutte queste cose è la distanza che il nostro essere, i nostri desideri, la nostra essenza ha con ciò che facciamo e stiamo vivendo.

Il corpo è giusto l’espressione sensibile, visibile e super intelligente che ce lo fa notare e ce lo comunica. Lo fa eccome! Anche perché di fatto il grosso delle conseguenze di questo vivere dissociati se lo smazza lui. E noi ancora a vessarlo perché non risponde ai capricci con cui lo stressiamo.


Ecco qui il grosso della trama del mio pensiero (lo so, non ha granché di originale) che invita a trovare un sistema di risoluzione, di rivoluzione, di integrazione. Ecco, la parola giusta è integrazione. Rendere integro, intero, il nostro corpo con le nostre emozioni, le nostre sensazioni e i nostri pensieri. Uniti. Insieme in una stessa direzione.


Per fare questo non esiste una strada unica per tutti ovviamente. Ciascuno con le proprie sensibilità e con i propri mezzi e interessi farà quello che meglio si attaglia alle proprie esigenze.

Se mi è concesso però qualche consiglio almeno su quali aspetti sarebbe meglio non prescindere, vorrei lasciare qualche suggerimento.


A seconda di quella che è la propria inclinazione si può partire indifferentemente dal corpo o dai pensieri, ma l’obiettivo resta mettere in armonia tutt’e tre le parti macro di noi stessi che sono pensieri, sentimenti e corpo.


Per quello che riguarda la mia esperienza personale e professionale lo Shiatsu è una pratica che, a riceverla, mette in contatto tutte queste parti.

La parte più evidente è sicuramente quella fisica, ma proprio per via della profondità e dell’intensità delle pressioni, applicate con il giusto modo e adeguata tecnica, accadono reazioni interiori che muovono anche emozioni e pensieri.

La buona disposizione di chi riceve e accoglie senza pregiudizi o aspettative quelli che sono, attraverso le pressioni, suggerimenti, indicazioni all’integrazione, è condizione quantomeno auspicabile. Non è scontata e potrebbe non avvenire immediatamente o in modo automatico. Quando accade però lo si avverte subito ed è molto potente.


Sono partito dalla pratica che conosco meglio e che mi coinvolge maggiormente, ma mi permetto di suggerire anche altre pratiche olistiche come la naturopatia, l’osteopatia, l’agopuntura, la medicina tradizionale cinese, la riflessologia, l’omeopatia, i fiori di bach, aromaterarpia, iridologia… Ce n’è una vasta scelta! E in generale una sana attività fisica e attenzione al proprio corpo, ai movimenti e all’armonia di essi come lo yoga, il tai-chi, la danza, le arti marziali, gli sport aerobici vari sono un ottima pratica.


A queste pratiche sicuramente sarebbe ottimale per i pensieri associare della mindfulness, dei percorsi psicologici, della meditazione. E anche delle buone letture, dei video stimolanti, film, documentari.


E per le emozioni?

Per quelle mi sa che l’unica via sia l’arte e la bellezza in tutte le sue forme, attraverso i sensi che abbiamo e che vanno coccolati con la musica, la poesia, l’arte visuale, i gusti, i profumi… Immergiamoci nei nostri sensi. Le emozioni non potranno che seguire ed esprimersi e indicarci la strada che ci riguarda: la nostra.


Abbiamo nelle nostre mani enormi poteri di autoguarigione, di forza, di vita. È dentro di noi e tutta intorno a noi. Abbiamo solo da iniziare a prenderla e viverla.

Godetene!

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